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NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI - capitolo 5

Decreto Ministeriale 14 settembre 2005
NORME SULLE COSTRUZIONI

Sintesi dei contenuti

Sono elencate le norme per le costruzioni distinte per i diversi materiali e definite le procedure ed i metodi per calcolare le resistenze e la sicurezza degli elementi strutturali nei vari materiali.

Le norme, dunque, disciplinano la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle costruzioni nei diversi materiali relativamente ai vari aspetti di metodi di calcolo, regole costruttive per la robustezza strutturale e procedure per le verifiche di sicurezza e di durabilità delle opere. Le norme si applicano alle Classi di costruzione 1 e 2.

I materiali considerati sono:

Conglomerato cementizio

Il conglomerato cementizio è un materiale artificiale ottenuto miscelando acqua, cemento ed inerti. Gli inerti possono essere naturali od artificiali. La miscela base può essere integrata, con diverse finalità, dai cosiddetti “additivi”.

Sulla base della titolazione convenzionale del conglomerato mediante la resistenza cubica Rck vengono definite le seguenti classi di resistenza:

I conglomerati delle diverse classi di resistenza trovano impiego secondo quanto riportato
nella seguente tabella:

Tutti i progetti devono contenere la descrizione delle regole di esecuzione in funzione della particolarità dell’opera, del clima, della tecnologia costruttiva.

In particolare il documento progettuale deve contenere la descrizione dettagliata delle cautele da adottare per gli impasti, per la maturazione dei getti, per il disarmo e per la messa in opera degli elementi strutturali.

Sono contenute sotto la voce "conglomerato" anche le norme complementari relative ai solai; le principali prescrizioni si riferisono:

Si intendono come solai le strutture bidimensionali piane caricate ortogonalmente al
proprio piano, con prevalente comportamento monodirezionale.

Nei solai misti in conglomerato cementizio armato normale e precompresso e blocchi
forati in laterizio, i laterizi in blocchi hanno funzione di alleggerimento e di aumento
della rigidezza flessionale del solaio.

Lo spessore minimo dei solai non deve essere minore di 150mm.

Nei solai lo spessore minimo della soletta di conglomerato cementizio non deve essere
minore di 40 mm.

La larghezza minima delle nervature in conglomerato cementizio per solai con nervature
gettate o completate in opera non deve essere minore di 1/8 dell'interasse tra i travetti
e comunque non inferiore a 80 mm.

L'interasse delle nervature non deve in ogni caso essere maggiore di 15 volte lo spessore
della soletta. Il blocco interposto deve avere dimensione massima inferiore a 520 mm.

Gli elementi con rilevanti difetti di origine o danneggiati durante la movimentazione
dovranno essere eliminati.

Si dovrà curare il corretto allineamento dei blocchi evitando la forzatura dei blocchi interposti
tra i travetti prefabbricati.

Si dovrà studiare la composizione del getto in modo da evitare rischi di segregazione o
la formazione di nidi di ghiaia e per ridurre l'entità delle deformazioni differite.

Il diametro massimo degli inerti impiegati non dovrà superare 1/5 dello spessore minimo
delle nervature né la distanza netta minima tra le armature.

Possono utilizzarsi per realizzare i solai misti di conglomerato cementizio armato e conglomerato
cementizio armato precompresso anche blocchi diversi dal laterizio con sola
funzione di alleggerimento.

I blocchi in conglomerato cementizio leggero di argilla espansa, conglomerato cementizio
normale sagomato, materie plastiche, elementi organici mineralizzati ecc, devono
essere dimensionalmente stabili e non fragili e capaci di seguire le deformazioni del solaio.
Queste caratteristiche devono essere dimostrate attraverso una certificazione, eseguita a cura di uno dei laboratori di cui all’art. 20 della Legge 1086/71, prima della messa
in opera.

Acciaio

Formano oggetto delle presenti norme le opere strutturali in acciaio ad esclusione delle
costruzioni per le quali vige una regolamentazione apposita a carattere particolare.

Per le situazioni costruttive transitorie, come quelle che si hanno durante le fasi della
costruzione, dovranno adottarsi tecnologie costruttive e programmi di lavoro che non
possano provocare danni permanenti alla struttura o agli elementi strutturali che possano
riverberarsi sulla sicurezza dell’opera.

L’entità delle azioni ambientali da prendere in conto saranno determinate dal progettista
in relazione al tempo dell’azione transitoria e della tecnologia esecutiva.

Deve essere fornita una specifica di progetto contenente i dettagli di tutti i requisiti per i materiali, la fabbricazione, il montaggio, i controlli e l’accettazione necessari ad assicurare la conformità alle ipotesi di progetto.

È vietato l'uso di profilati con spessore t < 4 mm .

La durabilità deve assicurare il mantenimento nel tempo della geometria e delle caratteristiche dei materiali della struttura, affinché quest’ultima conservi inalterate funzionalità, aspetto estetico e resistenza.

Al fine di garantire tale persistenza in fase di progetto devono essere presi in esame i dettagli costruttivi, la eventuale necessità di adottare sovraspessori, le misure protettive e definite le operazioni manutentive ed il programma di attuazione delle stesse.

La resistenza alla corrosione deve garantirsi con la verniciatura delle superfici oppure adottando acciai inossidabili o sottoponendo le membrature a processi di galvanizzazione o con altri procedimenti di comprovata affidabilità.

La verniciatura deve essere definita in progetto con riferimento al numero degli strati, alla composizione, spessore e qualità di aderenza al supporto degli stessi, avendo cura di garantire la necessaria possibilità di ispezione e accesso materiale per gli interventi di pulizia e riverniciatura.

Le superfici di calcestruzzo a contatto con gli elementi metallici dovranno essere impermeabilizzate con l’adozione di un trattamento definito in progetto in quanto a caratteristiche materiali, proprietà di aderenza e modalità di messa in opera.

Legno

Formano oggetto delle presenti norme le opere costituite da strutture portanti di legno naturale (legno massiccio, segato, squadrato oppure tondo) e da strutture portanti realizzate con elementi di legno assemblati con adesivi oppure con mezzi di unione meccanici (legno lamellare incollato, pannelli a base di legno).

Prima della costruzione il legno dovrà essere portato ad una umidità il più vicino possibile a quella appropriata alle condizioni ambientali in cui si troverà nell’opera finita.

Qualora si operi con elementi lignei, anche parziali, per i quali assumano importanza trascurabile gli effetti del ritiro, o comunque della variazione della umidità, si potrà accettare durante la posa in opera maggiore umidità del materiale, purché sia assicurata al legno la possibilità di un successivo asciugamento, fino a raggiungere l’umidità prevista in fase progettuale.

Sarà compito del progettista predisporre un piano di trasporto, assemblaggio e posa in opera che dovrà fornire precise istruzioni sulle modalità operative e che in particolare riporterà le verifiche di eventuali situazioni transitorie staticamente significative. Durante tutte le fasi esecutive ci si dovrà attenere strettamente alle prescrizioni del progettista.

Dovrà essere predisposto in sede progettuale un programma delle operazioni di manutenzione e dei controlli da effettuarsi durante l’esercizio della struttura. Il programma dovrà in particolare specificare il tipo e la frequenza dei controlli.

Tutte le informazioni necessarie per l'utilizzo in esercizio e per la manutenzione di una
struttura dovranno essere messe a disposizione del responsabile della struttura finita.

Murature

Formano oggetto delle presenti norme gli edifici con struttura portante verticale realizzata con sistemi di muratura collegati tra di loro da strutture orizzontali ai piani e da opere di fondazione.
La muratura è un assemblaggio di elementi, artificiali o naturali, disposti con regolarità e collegati tra loro da malta.

I sistemi resistenti verticali (pareti) sono costituiti da muri che devono sopportare azioni verticali ed orizzontali.

I muri sono in genere completati da elementi orizzontali nello spessore della muratura di calcestruzzo armato (cordolo). Gli elementi orizzontali possono essere costituiti da solai piani in cemento armato o precompresso o da strutture miste.

Le murature costituite dall’assemblaggio organizzato ed efficace di elementi e malta
possono essere a singolo paramento, se la parete è senza cavità o giunti verticali continui
nel suo piano, o a paramento doppio. In questo ultimo caso è possibile considerare
un comportamento monolitico se è garantito un efficace e solido collegamento tra i paramenti.

L'edificio a muratura portante deve essere concepito come una struttura tridimensionale.
I sistemi resistenti di muratura, gli orizzontamenti e le fondazioni sono collegati tra di
loro in modo da resistere alle azioni verticali ed orizzontali.

Per garantire un comportamento scatolare, muri ed orizzontamenti devono essere opportunamente
collegati fra loro. Tutti i muri devono essere collegati al livello dei solai mediante
cordoli di calcestruzzo armato e, tra di loro, mediante ammorsamenti lungo le intersezioni
verticali. Devono inoltre essere previsti opportuni incatenamenti al livello dei
solai, aventi lo scopo di collegare i muri paralleli della scatola muraria. Tali incatenamenti
devono essere realizzati per mezzo di armature metalliche, le cui estremità efficacemente
ancorate ai cordoli.

Il collegamento fra la fondazione e la struttura in elevazione è di norma realizzato mediante
cordolo in calcestruzzo armato disposto alla base di tutte le murature verticali resistenti,
di spessore pari almeno a quello della muratura della prima elevazione e di altezza
non inferiore alla metà di detto spessore.

Muratura armata: Si intende per muratura armata quella costituita da elementi artificiali semipieni con fori
verticali coassiali tali da consentire l’inserimento di armature verticali. Armature orizzontali
possono essere disposte nei ricorsi di malta fra gli elementi di muratura. La malta
od il conglomerato di riempimento dei vani od alloggi delle armature deve avere
Rck>15 N/mm2 e deve avvolgere completamente l’armatura. Lo spessore di ricoprimento
deve essere tale da garantire la trasmissione degli sforzi tra la muratura e l’armatura e
costituire un idoneo copriferro ai fini della durabilità degli acciai.
Quanto sopra è essenziale ai fini della collaborazione laterizio-armatura.
E’ compito del Progettista stabilire delle percentuali minime di armatura, in particolare
attorno alle aperture, ovvero alle parti terminali, che garantiscano la robustezza del
complesso strutturale.

Altri materiali ammessi per svolgere funzioni statiche

Possono utilizzarsi altri materiali diversi da quelli definiti nella presente normativa per svolgere funzioni statiche. Rientrano in questi materiali:
a) materiali metallici diversi dagli acciai definiti nella presente norma: alluminio, elementi composti in alluminio, rame od acciai speciali;
b) materiali in conglomerato cementizio in cui i componenti aggiuntivi (es. fibre) variano le caratteristiche meccaniche tali da sostituire le armature metalliche ed identificarlo come calcestruzzo strutturale speciale;
c) vetro con funzioni statiche rilevanti da rappresentare da solo o con altri componenti resistenti in acciaio e/o alluminio la resistenza della costruzione;
d) Materiali polimerici (materiali plastici, elastomerici);
e) Materiali ottenuti per combinazione di differenti materiali base.

Questi materiali non possono essere utilizzati con funzione strutturale se non preliminarmente certificati ed accettati con le stesse procedure ed allo stesso livello di affidabilità dei materiali normali. Tali procedure saranno verificate dal Servizio Tecnico Centrale, sentito il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Tutti i nuovi materiali devono rispondere a requisiti di robustezza, vale a dire di conservazione delle caratteristiche per modeste variazioni ambientali e/o modeste azioni accidentali.

Per quanto sopra, tutti i materiali devono mantenere inalterate le loro caratteristiche chimiche, fisiche e meccaniche nell’arco di temperatura –20° - + 60° per un arco di tempo non inferiore ad un mese.

Questi materiali devono garantire la permanenza delle caratteristiche fisico-meccaniche per una vita di servizio maggiore di 10 anni qualora possa essere sostituito senza alterare la statica globale della struttura.

Elementi strutturali composti

Si intendono come elementi strutturali composti quelli costituiti da materiali strutturali diversi ipotizzati rigidamente collegati attraverso la superficie di contatto per la trasmissione delle forze di taglio, in modo da costituire un elementi strutturale staticamente autonomo.

Fanno parte di questa categoria:
– gli elementi strutturali acciaio-calcestruzzo costituiti da acciai per carpenteria metallica e calcestruzzo normale o precompresso;
– gli elementi calcestruzzo-calcestruzzo costituiti da elementi in calcestruzzo armato normale o precompresso di diverse caratteristiche reologiche o diversi tempi di maturazione;
– gli elementi legno-calcestruzzo;
– altri componenti misti.

I componenti strutturali usuali acciaio-calcestruzzo sono:
– elementi inflessi costituiti da travi metalliche che portano all’estradosso una soletta in calcestruzzo;
– solettoni in cemento armato precompresso a trave incorporata;
– elementi prevalentemente compressi: colonne composte in cui i componenti, carpenteria metallica e calcestruzzo, lavorano prevalentemente in parallelo.

 

Bibliografia (in costruzione)