NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI
Decreto Ministeriale 14 settembre 2005
LE NORME UNI - EN - ISO
CITATE NEL DM
Principali normative tecniche UNI - EN - ISO richiamate nel DM
5.2.8.7.1. BULLONI
I bulloni, i dadi e le rosette devono portare, in rilievo impresso, il marchio di fabbrica e
la classificazione secondo la UNI EN 20898.
5.3.2.2 Stati limite di esercizio
5.3.2.2.1 GENERALITÀ
La deformazione istantanea, uinst, provocata da un'azione, può essere calcolata usando il
valore medio dell'appropriato modulo di rigidezza per le membrature, e il valore istantaneo
del modulo di scorrimento per lo stato limite di esercizio Kser per le unioni, determinato
mediante prove sperimentali secondo il metodo per la determinazione di ks (=
Kser) indicato nella EN 26891 o secondo le modalità di calcolo fornite nelle Istruzioni
per l’applicazione delle previste Norme Tecniche
5.3.3. UNIONI
5.3.3.1 Generalità
Le capacità portanti e le deformazioni caratteristiche dei mezzi di unione devono essere
determinate sulla base di prove svolte conformemente alle EN 26891, EN 28970, ed alle
altre pertinenti norme europee. Nei casi in cui le norme pertinenti descrivano sia prove a
compressione che prove a trazione, si devono utilizzare i risultati delle prove a trazione.
5.3.6.2 Prove di carico
Le prove di carico, ove ritenute necessarie dal collaudatore, dovranno rispettare le modalità
previste al capitolo 8 e potranno tener conto di quelle indicate nella UNI EN 380 “Strutture di legno – Metodi di prova – Principi generali per le prove di carico statico”.
Le procedure da seguire potranno essere, pertanto, limitate alla procedura 1 e/o alla procedura 2 della UNI EN 380, in relazione al tipo della struttura ed alla natura dei carichi.
6.3.2.1.1 COSTRUZIONE DEI RILEVATI
I rilevati ferroviari sono costituiti dalla fondazione, di supporto agli strati superiori, dal
corpo del rilevato, formato da strati opportunamente costipati, e dalla parte sommitale
del rilevato che è di appoggio alla sovrastruttura ferroviaria (ballast ed armamento). I
requisiti del ballast devono essere conformi, oltre alle specifiche previste dal Gestore
dell’ Infrastruttura, alle norme europee contenute nella UNI EN 13450 del 2003.
11. MATERIALI E PRODOTTI PER USO
STRUTTURALE
GENERALITÀ
Il richiamo alle specifiche tecniche europee EN o nazionali UNI, ovvero internazionali ISO contenuto nella presente norma, deve intendersi riferito all’ultima versione aggiornata, salvo diversamente specificato.
11.1.4. PRELIEVO DEI CAMPIONI (Calcestruzzo)
Per la preparazione, la forma, le dimensioni e la stagionatura dei provini di calcestruzzo
vale quanto indicato nelle norme UNI EN 12390-1 e UNI EN 12390-2.
Circa il procedimento da seguire per la determinazione della resistenza a compressione
dei provini di calcestruzzo vale quanto indicato nella UNI EN 12390-4.
11.1.5.3 Prescrizioni comuni per entrambi i criteri di controllo
Il Direttore dei Lavori deve procedere direttamente al prelievo dei campioni necessari
per le prove di accettazione che devono essere effettuate da uno dei laboratori di cui al
punto 11.1.2. Il Laboratorio provvede alla maturazione ed alla conservazione dei provini
per la determinazione della resistenza a compressione allo scadere del tempo previsto
dal Direttore dei Lavori, secondo quanto previsto dalla norma EN 12390.
11.1.8. PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO CONFEZIONATO CON
PROCESSO INDUSTRIALIZZATO
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
del produttore di conglomerato cementizio confezionato con processo industrializzato
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012. Nel caso in cui l'impianto di produzione
appartenga ad appaltatore dotato di un sistema di gestione della qualità del prodotto certificato
in coerenza con le norme UNI EN 9001, il controllo della produzione del calcestruzzo
si intende integrato nello stesso sistema di gestione della qualità aziendale.
11.1.9. COMPONENTI DEL CONGLOMERATO CEMENTIZIO
11.1.9.1 Leganti
Nelle opere oggetto delle presenti norme devono impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici
previsti dalle disposizioni vigenti in materia (legge 26-5-1965 n. 595 e norma
armonizzata EN 197-1), dotati di attestato di conformità ai sensi delle norme EN 197-1
ed EN 197-2.
In caso di ambienti chimicamente aggressivi si deve far riferimento ai cementi previsti
dalle norme UNI 9156 (cementi resistenti ai solfati) e UNI 9606 (cementi resistenti al
dilavamento della calce).
11.1.9.2 Aggregati
Sono idonei alla produzione di conglomerato cementizio gli aggregati ottenuti dalla lavorazione
di materiali naturali, artificiali, ovvero provenienti da processi di riciclo conformi alla parte armonizzata della norma europea UNI EN 12620.
Il sistema di attestazione della conformità degli aggregati, ai sensi del DPR n.246/93 è
indicato nella seguente Tabella 11.1.II.
È consentito l’uso di aggregati grossi provenienti da riciclo, secondo i limiti di cui alla Tabella 11.1.III, a condizione che la miscela di conglomerato cementizio confezionata con aggregati riciclati, venga preliminarmente qualificata e documentata attraverso idonee prove di laboratorio. Per tali aggregati, le prove di controllo di produzione in fabbrica di cui ai prospetti H1, H2 ed H3 dell’annesso ZA della norma europea UNI EN 12620, per le parti rilevanti, devono essere effettuate ogni 100 tonnellate di aggregato prodotto e, comunque, negli impianti di riciclo, per ogni giorno di produzione.
Il Progettista, nelle proprie prescrizioni, potrà fare utile riferimento alle norme UNI
8520 parti 1 e 2 al fine di individuare i requisiti chimico-fisici, aggiuntivi rispetto quelli
fissati per gli aggregati naturali, che gli aggregati riciclati devono rispettare, in funzione
della destinazione finale del calcestruzzo e delle sue proprietà prestazionali (meccaniche,
di durabilità e pericolosità ambientale, etc.), nonché quantità percentuali massime
di impiego per gli aggregati di riciclo, o classi di resistenza del calcestruzzo, ridotte rispetto
quanto previsto nella tabella sopra esposta.
Per quanto riguarda gli aggregati leggeri, questi devono essere conformi alla parte armonizzata
della norma europea UNI EN 13055.
Per quanto riguarda gli eventuali controlli di accettazione da effettuarsi a cura del Direttore dei lavori, questi sono finalizzati alla determinazione delle caratteristiche tecniche riportate nella Tabella 11.1.IV, insieme ai relativi metodi di prova.
Il Progettista, nelle proprie prescrizioni, potrà fare utile riferimento alle norme UNI 8520 parti 1 e 2 al fine di individuare i limiti di accettabilità delle caratteristiche tecniche degli aggregati.
11.1.9.3 Aggiunte
Le ceneri volanti devono soddisfare i requisiti della norma EN 450 e potranno essere
impiegate rispettando i criteri stabiliti dalla UNI EN 206-1 ed UNI 11104.
11.1.9.4 Additivi
Gli additivi devono essere conformi alla parte armonizzata della norma europea EN
934-2.
11.1.10.1 Resistenza a compressione
In termini di resistenza, agli effetti delle presenti norme il conglomerato cementizio è
individuato attraverso la resistenza caratteristica a compressione, Rck, intesa come il valore
frattile 5% della distribuzione di resistenza determinata su provini cubici confezionati
e conservati secondo la norma EN 12390-2 e sottoposti a prova di compressione uniassiale
dopo 28 giorni, secondo la norma EN 12390-3.
11.1.10.2 Resistenza a trazione
La resistenza a trazione del calcestruzzo può essere determinata a mezzo di diretta sperimentazione,
condotta su provini appositamente confezionati, secondo la norma EN
12390-2. Per l’esecuzione della prove si deve fare riferimento alla normativa di seguito
indicata:
- prove di trazione diretta: UNI 6135;
- prove di trazione indiretta: UNI EN 12390-6;
- prove di trazione per flessione: UNI EN 12390-5.
11.1.10.3 Modulo elastico
Per modulo elastico istantaneo del calcestruzzo va assunto quello secante tra la tensione
nulla 0.50 Rcm, determinato sulla base di apposite prove, da eseguirsi secondo la norma
UNI 6556.
11.1.10.5 Coefficiente di dilatazione termica
Il coefficiente di dilatazione termica del calcestruzzo può essere determinato a mezzo di
apposite prove, da eseguirsi secondo la norma EN 1770.
11.1.10.6 Ritiro
La deformazione assiale per ritiro del calcestruzzo può essere determinata a mezzo di
apposite prove, da eseguirsi secondo le norme UNI 6555:1973 e UNI 7086:1972, rispettivamente
per calcestruzzi confezionati con inerti aventi dimensioni massime sino a 30
mm, od oltre 30 mm.
11.1.10.7 Viscosità
Per valutazioni più approfondite e nei casi in cui la definizione della deformazione viscosa
risulti particolarmente critica si rimanda all’Eurocodice 2 (EN 1992-1).
11.1.11. DURABILITÀ
Per la prova di determinazione della profondità della penetrazione dell’acqua in pressione
nel calcestruzzo indurito vale quanto indicato nella UNI EN 12390-4.
Al fine di ottenere la prestazione richiesta, il progettista potrà fare utile riferimento alle
indicazioni contenute nelle Linee Guida sul calcestruzzo strutturale edite dal Servizio
Tecnico Centrale ovvero nelle norme UNI EN 206-1 ed UNI 11104.
Per la definizione della classe di resistenza in funzione delle condizioni ambientali il
progettista potrà far riferimento alla norma europea EN 206-1 ovvero alle “Linee guida
sul calcestruzzo strutturale” edite dal Servizio Tecnico Centrale della Presidenza del
Consiglio superiore dei lavori pubblici.
11.2.1. PRESCRIZIONI COMUNI A TUTTE LE TIPOLOGIE DI ACCIAIO
11.2.1.1 Controlli di produzione in fabbrica e procedure di qualificazioneIl sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
Ai fini della certificazione del sistema di gestione della qualità del processo produttivo
il produttore e l’organismo di certificazione di processo potranno fare riferimento alle
indicazioni contenute nelle relative norme europee disponibili EN 10080, EN 10138,
EN 10025, EN 10210, EN 10219.
11.2.1.1.2 MANTENIMENTO E RINNOVO DELLA QUALIFICAZIONE
4) la documentazione di conformità statistica dei parametri rilevati (di cui ai prospetti
relativi agli acciai specifici) nel corso delle prove di cui ai punti 2) e 3). Per la conformità
statistica tra i risultati dei controlli interni ed i risultati dei controlli effettuati
dal Laboratorio incaricato, devono essere utilizzati test statistici di confronto delle
varianze e delle medie delle due serie di dati, secondo i procedimenti del controllo
della qualità (UNI 6809-72 e 6806-72).
11.2.2.1 Accertamento delle proprietà meccaniche
Per l'accertamento delle proprietà meccaniche vale quanto indicato nelle UNI EN ISO
15630-1 e UNI EN ISO 15630-2.
11.2.2.2 Caratteristiche dimensionali
I nodi delle reti devono resistere ad una forza di distacco determinata in accordo con la
UNI EN ISO 15630-2 pari al 30% della forza di snervamento della barra. Tale resistenza
al distacco della saldatura del nodo, va controllata e certificata dal produttore di reti.
11.2.2.4 Centri di trasformazione
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
11.2.3.5.3 DETERMINAZIONE DELLE PROPRIETÀ E TOLLERANZE
11.2.3.5.3.2 Tensione di rottura (fpt)
La determinazione si effettua per mezzo della prova a trazione su barre secondo EN
10002/la , su fili trecce e trefoli secondo UNI EN ISO 15630-3.
11.2.3.5.3.3 Allungamento sotto carico massimo Agt
Per barre, fili e trefoli la determinazione viene eseguita secondo la norma UNI EN
ISO15630-3.
11.2.3.5.3.4 Limite elastico allo 0,1% (fp(0,1))
Il valore del limite convenzionale fp(0,1) si ricava dal corrispondente diagramma sforzi -
deformazioni, ottenuto con prove a trazione eseguite secondo UNI EN 15630-3.
11.2.3.5.3.5 Tensione di snervamento (fpy)
Il valore della tensione di snervamento fpy si ricava dal corrispondente diagramma sforzi
- deformazioni ottenuto con la prova a trazione eseguita secondo UNI EN ISO 15630-3.
Esso deve risultare compreso tra lo 85% ed il 95% del corrispondente valore della tensione
di rottura fpt.
11.2.3.5.3.6 Modulo di elasticità
Il modulo apparente di elasticità è inteso come rapporto fra la tensione media e l'allungamento
corrispondente, valutato per l'intervallo di tensione (0,2-0,7) fpt conformemente
alla UNI EN ISO 15630-3.
11.2.3.5.3.8 Prova di piegamento alternato (N)
La prova di piegamento alternato si esegue su fili aventi Ø ≤ 8 mm secondo la UNI EN
ISO 15630-3 con rulli di diametro pari a 4 Ø.
11.2.3.5.3.9 Prova di piegamento (α)
La prova di piegamento si esegue su fili aventi Ø ≥ 8 mm e su barre secondo la UNI EN
ISO 15630-3.
11.2.3.5.3.10 Resistenza a fatica (L)
La prova viene condotta secondo la UNI EN ISO 15630-3 con sollecitazione assiale a
ciclo pulsante, facendo oscillare la tensione fra una tensione superiore σ 1, e una tensione
inferiore σ 2. Il risultato della prova è ritenuto soddisfacente se la provetta sopporta,
senza rompersi, almeno due milioni di cicli. La frequenza di prova deve essere non superiore
a 120 Hz per i fili e le barre e 20 Hz per i trefoli come previsto dalla UNI EN
ISO 15630-3.
11.2.4. ACCIAI PER STRUTTURE METALLICHE
11.2.4.1 Generalità
Per l'accertamento delle caratteristiche meccaniche indicate nel seguito, il prelievo dei
saggi, la posizione nel pezzo da cui essi devono essere prelevati, la preparazione delle
provette e le modalità di prova sono rispondenti alle prescrizioni delle norme UNI EN
ISO 377, UNI 552, UNI EN 10002/l°, UNI EN 10045/1.
Le tolleranze di fabbricazione devono rispettare i limiti previsti dalla EN 1090.
11.2.4.2 Acciaio laminato
11.2.4.2.1 PRODOTTI PIANI E LUNGHI
Gli acciai di uso generale laminati a caldo, in profilati, barre, larghi piatti e lamiere devono
appartenere a uno dei tipi previsti nella norma EN 10025-1÷6 e devono e essere in
possesso di attestato di qualificazione rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale secondole procedure di cui al punto 11.2.4.8.
Il produttore dichiara, nelle forme previste, le caratteristiche tecniche di cui al prospetto
ZA.1 dell’appendice ZA della norma europea EN 10025-1. Tali caratteristiche devono
rispettare i limiti previsti nelle medesime specifiche tecniche.
11.2.4.2.2 PROFILATI CAVI
Le caratteristiche tecniche per i profilati cavi devono essere in accordo con quanto previsto
dalle tabelle delle norme di riferimento: EN 10210-1 e EN 10219-1, e riassunte
come riportato nella tabella seguente:
11.2.4.3 Acciaio per getti
Per l'esecuzione di parti in getti si devono impiegare getti di acciaio Fe G 400, Fe G
450, Fe G 520 UNI 3158 ed UNI 3158 FA 152-85 o equivalenti.
11.2.4.5 Saldature
La saldatura degli acciai dovrà avvenire con uno dei procedimenti all’arco elettrico codificati
secondo ISO 4063. È ammesso l’uso di procedimenti diversi purché sostenuti
da adeguata documentazione teorica e sperimentale.
I saldatori nei procedimenti semiautomatici e manuali dovranno essere qualificati secondo
EN 287-1 da parte di un Ente terzo. A deroga di quanto richiesto i saldatori che
eseguono giunti a T con cordoni d’angolo non potranno essere qualificati mediante
l’esecuzione di giunti testa-testa.
Gli operatori dei procedimenti automatici o robotizzati dovranno essere certificati secondo
EN 1418. Tutti i procedimenti di saldatura dovranno essere qualificati secondo
EN 2883.
Sono richieste caratteristiche di duttilità, snervamento, resistenza e tenacità in zona fusa
e in zona termica alterata non inferiori a quelle del materiale base.
Nell’esecuzione delle saldature dovranno inoltre essere seguite le prescrizioni della EN
1011 punti 1 e 2 per gli acciai ferritici e della parte 3 per gli acciai inossidabili. Per la
preparazione dei lembi si applicherà, salvo casi particolari, la EN 29692.
Per le modalità di esecuzione dei controlli ed i livelli di accettabilità si potrà fare riferimento
alle prescrizioni della EN 12062.
Tutti gli operatori che eseguiranno i controlli dovranno essere qualificati secondo EN
473 almeno di secondo livello.
11.2.4.6 Bulloni e Chiodi
11.2.4.6.1 BULLONI
I bulloni - conformi per le caratteristiche dimensionali alle UNI EN ISO 4016 ed alle
UNI 5592 devono appartenere alle sotto indicate classi delle UNI EN 20898, associate
nel modo indicato nella Tabella 11.2.X.
11.2.4.6.2 BULLONI PER GIUNZIONI AD ATTRITO
11.2.4.6.3 CHIODI
Per i chiodi da ribadire a caldo si devono impiegare gli acciai previsti dalla UNI EN
10263-1 a 5.
11.2.4.8.1.1 Elementi di lamiera grecata e profilati formati a freddo
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
11.2.4.8.2 CONTROLLI IN STABILIMENTO
11.2.4.8.2.1 Suddivisione dei prodotti
Ai fini delle prove di qualificazione e di controllo (vedere punto 11.2.4.8.2.2), i prodotti
nell'ambito di ciascuna gamma merceologica di cui al punto 11.2.4.8.1, sono raggruppabili
per gamme di spessori così come definito nelle norme UNI EN 10025, UNI EN
10210-1 e UNI EN 10219-1.
Un lotto di produzione è costituito da un quantitativo di 40 t, o frazione residua, per ogni profilo, qualità e gamma di spessore, senza alcun riferimento alle colate che sono state utilizzate per la loro produzione. Per quanto riguarda i profilati cavi, il lotto di produzione corrisponde all'unità di collaudo come definita dalle norme UNI EN 10210-1 e UNI EN 10219-1 in base al numero dei pezzi.
11.2.4.8.2.3 Controllo continuo della qualità della produzione
Per ogni colata, o per ogni lotto di produzione, contraddistinti dal proprio numero di iferimento,br />
viene prelevato dal prodotto finito un saggio per colata e comunque un saggio
ogni 80 t oppure un saggio per lotto e comunque un saggio ogni 40 t o frazione; per
quanto riguarda i profilati cavi, il lotto di produzione è definito dalle relative norme
UNI di prodotto, in base al numero dei pezzi.
Dai saggi di cui sopra verranno ricavati i provini per la determinazione delle caratteristiche
chimiche e meccaniche previste dalle norme UNI EN 10025, UNI EN 10210-1 e
UNI EN 10219-1 rilevando il quantitativo in tonnellate di prodotto finito cui la prova si
riferisce.
I restanti dati relativi alle caratteristiche chimiche, di resilienza e di allungamento vengono raccolti in tabelle e conservati, dopo averne verificato la rispondenza alle norme EN 10025, UNI EN 10210-1 e UNI EN 10219-1 per quanto concerne le caratteristiche chimiche e, per quanto concerne resilienza e allungamento, alle prescrizioni di cui alle tabelle delle corrispondenti norme europee della serie EN 10025 ovvero delle tabelle di cui alle norme europee EN 10210 ed EN 10219 per i profilati cavi.
11.2.4.8.2.5 Controlli su singole colate
Le prove da effettuare sono quelle relative alle UNI EN 10025, UNI EN 10210-1 e UNI
EN 10219-1 ed i valori da rispettare sono quelli di cui alle tabelle delle corrispondenti
norme europee della serie EN 10025 ovvero delle tabelle di cui alle norme europee EN
10210 ed EN 10219 per i profilati cavi
11.2.4.8.2.6 Officine di trasformazione
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
11.2.4.8.3 CONTROLLI IN CANTIERE
I dati sperimentali ottenuti devono soddisfare le prescrizioni di cui alle tabelle delle orrispondenti
norme europee della serie EN 10025 ovvero delle tabelle di cui al punto
11.2.4.2.2 per i profilati cavi per quanto concerne l'allungamento e la resilienza , nonché
delle norme UNI EN 10025, UNI EN 10210-1 e UNI EN 10219-1 per le caratteristiche
chimiche.
Deve inoltre essere controllato che le tolleranze di fabbricazione rispettino i limiti indicati nella EN 1090 e che quelle di montaggio siano entro i limiti indicati dal progettista. In mancanza deve essere verificata la sicurezza con riferimento alla nuova geometria.
11.2.4.8.4 BULLONI E CHIODI
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
11.6.2 LEGNO MASSICCIO
le Classi di Resistenza: sono riunite nella UNI EN 338 e costituiscono una raccolta di “profili normalizzati” di validità generale, utili allorché il progettista non desideri o
non sia in grado di indicare un preciso tipo di legname.
È ammessa l’equivalenza di una Categoria alla corrispondente Classe di Resistenza (e
viceversa) se tale equivalenza è stabilita dalla UNI EN1912.
Profili prestazionali caratteristici diversi da quelli sopra indicati potranno essere assunti
nella progettazione sulla base dei risultati documentati di prove sperimentali in conformità
a quanto disposto nella EN 14081 (o normativa riconosciuta equivalente, per legname
di provenienza non Europea).
11.6.2.1 Profili caratteristici per legno strutturale di provenienza italiana
Profili caratteristici per tipi di legno strutturale di provenienza italiana sono contenuti
nelle UNI 11035 (Parte 1 e Parte 2).
11.6.2.2 Profili caratteristici per legno strutturale di provenienza non italiana Per tipi di legno strutturale di provenienza non italiana è possibile utilizzare le Classi di Resistenza equivalenti indicate nella UNI EN 1912.
Profili prestazionali caratteristici diversi da quelli sopra indicati potranno essere assunti nella progettazione sulla base dei risultati documentati di prove sperimentali in conformità a quanto disposto nella EN 14081 (o normativa riconosciuta equivalente, per legname di provenienza non Europea).
11.6.2.4 Legno strutturale con giunti a dita
In aggiunta a quanto prescritto per il legno massiccio, gli elementi di legno strutturale
con giunti a dita devono essere conformi alla UNI-EN 385.
11.6.3.2.1 CLASSIFICAZIONE SULLA BASE DELLE PROPRIETÀ DELLE LAMELLE
L’elemento strutturale di legno lamellare incollato può essere costituito dall’insieme di
lamelle tra loro omogenee (elemento “omogeneo”) oppure da lamelle di diversa qualità
(elemento “combinato”) secondo quanto previsto in UNI EN 1194.
11.6.3.2.2 ATTRIBUZIONE DIRETTA IN BASE A PROVE SPERIMENTALI
Nei casi in cui il legno lamellare incollato non ricada in una delle tipologie previste dalla
UNI EN 1194, è ammessa l’ attribuzione diretta degli elementi strutturali lamellari
alle classi di resistenza sulla base di risultati di prove sperimentali, da eseguirsi in conformità
alla EN 14080.
11.6.3.3 Dimensioni delle lamelle
Le dimensioni delle singole lamelle dovranno rispettare i limiti per lo spessore s e l’area
della sezione trasversale A indicati in UNI-EN 386.
11.6.3.4 Giunti a dita "a tutta sezione"
I giunti a dita "a tutta sezione" devono essere conformi a quanto previsto da UNI-EN
387.
11.6.4. PANNELLI A BASE DI LEGNO
I produttori di pannelli a base di legno per uso strutturale devono essere in possesso di
attestato di conformità alla relativa parte approvata della norma europea armonizzata
EN 13986.
I valori caratteristici di resistenza e di rigidezza sono indicati nella EN 12369 (per pannelli
OSB, pannelli di particelle e pannelli di fibra) oppure indicati dai produttori (per i
pannelli di legno compensato) con riferimento alla UNI EN 1072, determinati secondo
il metodo descritto nella UNI EN 1058.
11.6.7 DURABILITÀ DEL LEGNO E DERIVATI
11.6.7.2 Requisiti di durabilità naturale dei materiali a base di legno
Per i prodotti in legno massiccio, una guida alla durabilità naturale e trattabilità delle
varie specie legnose è contenuta nella UNI EN 350, mentre una guida ai requisiti di durabilità
naturale per legno da utilizzare nelle classi di rischio è contenuta nella UNI-EN
460.
Le definizioni delle classi di rischio di attacco biologico e la metodologia decisionale
per la selezione del legno massiccio e dei pannelli a base di legno appropriati alla classe
di rischio sono contenute nelle UNI EN 335 (Parte 1, Parte 2 e Parte 3).
La classificazione di penetrazione e ritenzione dei preservanti è contenuta nelle UNI EN
351 (Parte 1 e Parte 2).
Le specifiche relative alle prestazioni dei preservanti per legno ed alla loro classificazione
ed etichettatura sono indicate nelle UNI EN 599 (Parte 1 e Parte 2).
11.6.8.2 Legno lamellare
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
Ai produttori di elementi in legno lamellare è fatto altresì obbligo di:
a) Sottoporre la produzione, presso i propri stabilimenti, ad un controllo continuo documentato
condotto sulla base della UNI-EN 386. Il controllo della produzione deve
essere effettuato a cura del Direttore Tecnico di stabilimento, che deve provvedere
alla trascrizione dei risultati delle prove su appositi registri di produzione. Detti registri
devono essere disponibili al Servizio Tecnico Centrale e, limitatamente alla
fornitura di competenza, per il direttore dei lavori e il collaudatore della costruzione.
11.6.8.3 Pannelli a base di legno
Ai produttori di pannelli a base di legno per impieghi strutturali per i quali, per quanto
applicabili, valgono integralmente tutte le disposizioni di cui ai precedenti punti
11.6.8.1 e 11.6.8.2, è fatto altresì obbligo di sottoporre la produzione ai controlli previsti
per gli impieghi strutturali conformemente a quanto indicato nella EN 13986.
11.6.8.4 Altri prodotti a base di legno
Ai produttori di elementi a base di legno per impieghi strutturali che non rientrino tra
quelli precedentemente esaminati, per quanto applicabili, valgono integralmente tutte le
disposizioni di cui al precedente punto 11.6.8.1 e 11.6.8.2, è fatto altresì obbligo di sottoporre
la produzione ai controlli previsti per impieghi strutturali nelle normative EN
applicabili.
11.7.3. CONTROLLO DI PRODUZIONE
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
11.8. DISPOSITIVI ANTISISMICI
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione
deve essere predisposto in coerenza con le norme UNI EN 9001 e certificato da
parte un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione, che
opera in coerenza con le norme UNI EN 45012.
11.9. MURATURA PORTANTE
11.9.1. ELEMENTI PER MURATURA
Gli elementi per muratura portante devono essere in possesso di attestato di conformità
alla relativa norma europea armonizzata della serie EN 771, ai sensi del DPR n. 246/93,
secondo il sistema di attestazione della conformità indicato nella seguente tabella:
Il produttore degli elementi per muratura portante dichiara, nelle forme previste, le caratteristiche tecniche di cui alla Tabella 11.9.II, in conformità all’appendice ZA della parte armonizzata della norma europea della serie EN 771.
11.9.2. RESISTENZA CARATTERISTICA A COMPRESSIONE NELLA DIREZIONE DEI
CARICHI VERTICALI
La resistenza caratteristica a compressione nella direzione dei carichi verticali degli elementi è dichiarata dal produttore utilizzando la norma UNI EN 772-1 su un numero di
campioni superiore o uguale a 6, sottoposti a prove che, per elementi di Categoria II, saranno
eseguiti presso un laboratorio di cui all’art.59 del DPR n.380/2001, con periodicità
di prova almeno annuale.
Le formule sopra riportate si applicano alle prove effettuate annualmente; non si applicano alle prove di autocontrollo effettuate dal produttore, per le quali valgono le indicazioni riportate nella relativa UNI EN 771, sia per quanto riguarda la quantità di campioni che la periodicità delle prove.
11.9.4. MALTE PER MURATURA
La malta da muratura deve garantire prestazioni adeguate al suo impiego in termini di
durabilità e di prestazioni meccaniche e deve essere dotata di attestato di conformità
all’annesso ZA della norma europea EN 998-2 (Marcatura CE).
Il fabbricante di malta dichiara, nelle forme previste, le caratteristiche tecniche di cui al prospetto ZA.1 a) dell’appendice ZA della parte armonizzata della norma europea EN 998-2.
Il sistema di attestazione della conformità delle malte, ai sensi del DPR n.246/93 è indicato nella seguente Tabella 11.9.IV.
[ torna su ]
Bibliografia (in costruzione)
[ torna su ]