Il Benessere termo-igrometrico
Questa categoria di benessere o comfort va riferita al microclima degli spazi ovvero ai parametri ambientali che influenzano gli scambi termo-igrometrici tra soggetto e ambiente negli spazi confinati. Sono quei parametri che derminano il c.d. gradiente termico ed igrometrico, da intedere come l'adeguato livello dei valori della temperatura e dell'umidtà tali da prevenire manifestazioni patologiche per gli occupanti (basse umidità, stress termici, ..) o l'innesco di fenomeni degenerativi (condense, muffe,..).
Già il decreto legislativo 626/94 prescrive, come noto, di garantire negli ambienti di lavoro una situazione di benessere termico il quale porta a considerare i cossiddetti fattori microclimatici che incidono sulle risposte biologiche sia in termini di sensazioni che di impegno termoregolatorio (brividi, sudorazioni,..) o di sindromi patologiche (stress da calore - quando le condizioni ambientali provocano un aumento della temperatura del nucleo corporeo oltre i 38 °C - o da raffreddamento).
Il comfort termo-igrometrico da considerare nella progettazione, possiamo pertanto definirlo come la necessaria definizione delle condizioni di benessere psico-fisico dell'individuo rispetto all'ambiente in cui esso dovrà vivere ed operare.
La valutazione di questo requisito soggettivo può essere oggettivato e quantificato mediante indici integrati che tengono conto sia dei parametri microclimatici ambientali (temperatura dell'aria, umidità relativa, ventilazione, calore radiante, dispendio energetico) sia il dispendio energetico (o metabolico, dato dalla sommatoria del metabolismo basale e del consumo energetico prodotto per effetto della specifica attività svolta) relativo alla tipologia edilizia (ambiente lavorativo e/o residenziale) e alla relativa tipologia di abbigliamento comunemente utilizzato.
Il requisito si potrà ritenere soddisfatto garantendo il bilancio termico tra le quantità di calore generato e perso dal corpo umano attraverso lo scambio termico con l'ambiente. In altri termini una situazione di benessere termico prevede un equilibrio tra la quantità di calore prodotta dall'organismo e la quantità di calore assunta dall'ambiente o ceduta all'ambiente attraverso i diversi meccanismi di termoregolazione.
Gli obblighi legislativi sono sempre più orientati a garantire il cliente-utente non solo nel soddisfacimento di requisiti prestazionali relativi a predeterminati interessi pubblici (risparmio energetico), bensì riconoscendo nel "prodotto" edificio delle qualità irrinunciabili, quali le condizioni di comfort.
Il soddisfacimento delle condizioni di comfort è affidato alle competenze specialistiche di professionisti, produttori ed installatori, tanto da richiedere indispensabilmente approcci interdisciplinari ed intercategoriali.
Anche l'impianto di riscaldamento non sfugge alla regola in quanto non è dissociabile dal progetto dell'edificio sin quasi dalla sua ideazione (e non solo nel momento della ingegnerizzazione esecutiva).
Infatti le diverse tipologie di impianti di riscaldamento installabili impongono una loro preventiva considerazione tecnica, oltre che economica, al fine di non venire preclusa la loro installazione per ragione meramente tecniche.
In genere la scelta del tipo di impianto di riscaldamento diventa fondamentale in rapporto ai requisiti richiesti allo stesso in termini esigenziali:
- comfort termico dell'utente;
- efficienza e risparmio energetico.
Questi due requisiti sono maggiormente soddisfabili scegliendo un impianto di riscaldamento radiante (a pavimento), in ragione del diverso sistema di propagazione del calore (irragiamento) che, sfruttando un princio fisico (il calore è ascensionale), consente di utilizzare basse temperature dell'acqua.
Indubbio il risparmio conseguibile, specie se la differenza con i sistemi tradizionali consente di riscaldare il vettore (l'acqua) anche di 30-40 gradi in meno.
Il comfort, invece, è definibile come quella sensazione psico-fisica di benessere sotto il profilo termoigrometrico, la quale può essere determinata analiticamente attraverso la verifica di alcuni parametri derivati da studi sperimentali.
Innanzitutto va premesso che l'uomo per avere una sensazione di comfort deve poter scambiare uniformemente attraverso tutto il corpo e utilizzare i vari tipi di scambio termico (irragiamento, convenzione e conduzione).
Con la normativa UNI EN ISO 7730, del 1997, è possibile misurare il grado di benessere termico di un ambiente termicamente moderato esistente e/oo di stabilire le condizioni che si devono garantire con l'impianto termico di un edificio da costruire.
Attraverso gli indici PMV (predicted mean vote) e PPD (predicted percentage of dissatisfied) della UNI EN ISO 7730, si determinano dunque le condizioni termoigrometriche (temperatura e umidità relativa) soddisfacenti (equazione di Fanger relativa al bilancio entalpico sul corpo umano).
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