Autorizzazione paesaggistica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natura del parere della soprintendenza in seno al procedimento ordinario e semplificato dell'autorizzazione paesaggistica
di romolo balasso architetto

Il ruolo delle soprintendenze, come noto, era originariamente quello di rilasciare l'autorizzazione paesaggistica (cfr. art. 7 della legge 1497/39). Successivamente (legge 431/85 che ha integrato il d.p.r. 616/77 - art. 82) il legislatore ha "confinato" il ruolo ti tali organismi a mero controllo di legittimità delle autorizzazioni rilasciate dagli enti delegati (regioni) ovvero sub-delegati (comuni).

Con l'entrata in vigore del regime ordinario dell'autorizzazione paesaggistica (1-1-2010) di cui all'art. 146 del d.lgs. 42/04, il ruolo "ministeriale" è cambiato ancora:

alla soprintendenza compete rilasciare un parere "limitatamente alla compatibilità paesaggistica del progettato intervento nel suo complesso ed alla conformità dello stesso alle disposizioni contenute nel piano paesaggistico ovvero alla specifica disciplina di cui all'articolo 140, comma 2"

sia il piano paesaggistico che la dichiarazione di notevole interesse pubblico di cui all'art. 140, devono prevedere le prescrizioni d'uso dei beni paesaggistici tutelati.

alla soprintendenza compete inoltre:

nel regime ordinario:

- rilasciare l'autorizzazione paesaggistica nel caso in cui questa non fosse rilasciata dalla regione inadempiente, quanto al rispetto dei termini del procediemento (fattispecie ricorrente nel caso in cui le regioni non avessero delegato gli enti autarchici ovvero fossero decadute le sub-delegje come previsto dall'art. 159);

nel regime semplificato:

- rilasciare l'autorizzazione paesaggistica nel caso in cui l'autorità preposta l'abbia negata in seguito a propria autonoma valutazione, dopo aver attivato la procedura di cui all'art. 10-bis della legge 241/90, qualora il suo intervento fosse richiesto dall'interessatto entro venti giorni dalla ricezione del provvedimento di rigetto;

- rigettare direttamente la domanda di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, nel caso in cui le proprie valutazioni di merito (conformità e compatibilità paesaggistiche) fossero negative (in questi casi la soprintendenza non è chiamata ad esprimere un parere, bensì a provvedere direttamente ed autonomamente sull'istanza - determinare), nel solo caso in cui il parere ad essa richiesto abbia natura "vincolante".

Il parere della soprintendenza è sempre obbligatorio, sia nel procedimento ordinario che in quello semplificato; ciò che varia è l'altro aspetto qualficante la natura (giuridica) del parere:

  • vincolante per le determinazioni dell'amministrazione competente fino all'esito dell'approvazione delle prescrizioni d'uso dei beni paesaggistici tutelati, nonchè della positiva verifica da parte del Ministero su richiesta della Regione interessata dell'avvenuto adeguamento degli strumenti urbanistici;
  • non vincolante per le determinazioni dell'amministrazione competente all'esito dell'approvazione e della verifica di cui sopra.

La natura "obbligatoria" e "vincolante" del parere deve essere riferita a due profili:

  • obbliga l'amministrazione competente a richiedere tale parere alla soprintendenza;
  • vincola l'amministrazione competente nella propria determinazione finale (eccetto il caso previsto, nel procedimento semplificato, di rigetto diretto dell'istanza da parte della soprintendenza).

Il fatto che l'amministrazione competente debba provvedere ovvero ne debba prescindere e determinare sulla domanda (trascorsi 60 giorni dalla ricezione degli atti da parte del soprintendente - nel caso di procedimento ordinario e di non attivazione della conferenza di servizi - oppure trascorsi 25 giorni dalla ricezione degli atti - nel caso di procedimento semplificato) non muta la sua natura obbligatoria e vincolante o non vincolante del parere.

Il decorso del tempo assegnato per il sub-procedimento "parere soprintendenza" (45 giorni nel procedimento ordinario, 25 giorni nel procedimento semplificato), infatti, sembra qualificare, in concreto, un silenzio assenso.

Diversamente, non sarebbe dato capire la situazione che potrebbe crearsi se l'amministrazione competente ricevesse un parere negativo dopo che la stessa ha determinato favorevolemente sull'istanza, trascorsi i termini previsti dal legislatore.

data documento:
1-09-2010
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